L'opera principale di Karl Marx. Suddivisa in tre parti,
Marx vide stampato solo il primo volume
Lo sviluppo della produttività
capitalistica (1867); gli altri due,
Il processo della circolazione del
capitale e
Il processo d'insieme della produzione capitalistica
vennero pubblicati postumi da Engels (1885-1894); tra il 1905-1910, Kautsky
diede alla stampa
Teorie del plusvalore, dove ordinò la
documentazione che Marx aveva raccolto in vista di un quarto volume. Oggetto del
C. è l'analisi della società capitalistica e delle sue
contraddizioni dalle cui esasperazioni nascerebbero le premesse della
società socialista. Secondo Marx, in un sistema capitalistico l'operaio
è costretto ad alienare se stesso vendendo la propria forza-lavoro; la
sua paga corrisponde alla quantità di lavoro sociale fornito ma gli
frutta solo una parte di questo valore; il resto consente al capitalista di
realizzare il
plusvalore che aumenta quando, per lo stesso salario,
l'operaio produce una maggiore quantità di ricchezza; ogni miglioramento
della tecnica produttiva equivale quindi a un aumento di produzione e
perciò accresce il
plusvalore, vale a dire il valore della
merce-lavoro eccedente al suo costo. Nella mani del capitalista il plusvalore
diventa nuovo capitale: si arriva così all'accumulazione; il più
alto rendimento di lavoro si ottiene, però, con macchine sempre
più potenti e officine sempre più perfezionate comportando una
conseguente diminuzione della mano d'opera e un aumento della disoccupazione.
L'accentramento dei mezzi di produzione e la socializzazione del lavoro
raggiungono così, di necessità, limiti tali da riuscire
incompatibili con la struttura capitalistica, la cui fine diventa quindi
inevitabile. Da qui l'organizzazione degli operai e la progressiva perdita di
potere dei capitalisti che, da espropriatori della proprietà privata,
diventano a loro volta espropriati. Secondo Marx, quindi, la socializzazione del
lavoro e la centralizzazione dei mezzi di produzione diventa così la
premessa per la costituzione di una società senza distinzione tra
lavoratori e datori di lavoro (V. anche
CAPITALISMO).